I racconti del Gattopardo - 23°

[IlGattopardo]

Dopo il tempo necessario per l'Incoronazione di Loser a Imperatore dove assunse il nome di “Imperatore Carlo, primo del suo nome, Signore di tutti i regni con diritto di vita e di morte su tutti i Sovrani Feudali”

Come già detto L'Imperatore Carlo non dimentica, ordinò di convocare il tribunale per chiudere una volta per tutte la questione in sospeso.

Il Tribunale era gremito, mi accompagnarono due Sgherri ammanettato... Il trio dei Giudici era così composto: Giudice Elfadargento la nostra Regina in persona... Alla sua destra il Conte Steo... alla sua sinistra il Barone Bruno... La pubblica accusa era affidata a Elfonano, braccio destro e vice di Carlo che non vedeva l'ora di farmela pagare per il rinculamento della pulzella e per ulteriormente arruffianarsi con L'Imperatore...non dimentichiamo che mi ha più volte messo in cattiva luce facendomi dichiarare: “STO OPERANDO PER CONTO DI ELFONANO”.. AZZZ..

Nel frattempo arrivò L'Arciduca Steve, il Principe del foro mio avvocato difensore...

Iniziò quindi il processo che, come nelle sfide, quando è una cosa seria deve essere in rima...

VERBALE DELL'UDIENZA DI APERTURA DEL PROCESSO.

Cancelliere Marchese Zanzarus.
“L'anno millecentoventisei, a questo dì trentun del mese il Regio Tribunal Babilonese,
con l'avvocato Liuth in presidenza con il presente atto apre l'udienza.
Si discute dell'atto criminale del Cavaliere Gattopardo Conte,
imputato di aver giovin pulzella batacchiata dopo averla ad un platano appoggiata.”

Si alzò quindi Elfonano in quanto pubblica accusa e disse:
Dimostrerò in questa sede i fatti, che fù cosciente dell'azione il Conte,
poiché la pulzella ha dichiarato che essendo lai caduta appecorata
e sentendo cosa contro la patata, per liberarsi non potè altro fare che muovere le chiappe e rinculare.
Se è vero ciò che ha dichiarato il Conte che lui non voleva batacchiare,
si poteva immantinente anche spostare.

La parola passò alla difesa.

L'Arciduca Steve col suo andazzo barcollante si avviò al centro dell'aula e disse:
Il mio Illustre collega della corte, sta raccontando solo cose storte.
Chiarirò a questa corte i fatti, la pulzella caduta appecorata, dichiara senz'altro in modo chiaro
che, per potersi liberare, non potè che rinculare, ma cerchiam di essere precisi...
se voleasi liberare... dritta e manca dovea fare... mentre invece rinculò...
perchè ella appecorata, volea esser batacchiata...
Dichiaro quindi, per non fare torto... il mio cliente deve andare assolto.

A quel punto la Regina dichiarò: Per oggi qui la cosa si è conclusa, sentita la difesa e anche l'accusa, ritorneremo in aula in altra data a sentir testimonianze che una giusta sentenza venga data.

Seconda ed ultima udienza.


Entrò la regina con tutto lo staf.. io ero già sul banco degli imputati.. avvocato difensore e pubblica accusa presenti.


Regina: Si dia inizio a questa udienza.. senza più alcuna scusa, la parola va all'accusa.


Elfonano: Col permesso della corte, mentre ordino il salmone, faccio entrare in questa sala, oculare testimone.


“In pratica, convinto di vincere la causa con quel testimone, iniziava le ordinazioni per la cena di festeggiamento.... Entrò a testimoniare un grande cavaliere, Don Chisciotte della Manchia, siculo americano accompagnato dal fido scudiero Cammelo. Si sedette al banco e Elfonano gli pose la domanda”


E.N. Ci risulta e per sia vero, che quel giorno sciagurato percorreva quel sentiero


Don C. Testimone non ne faccio.. nenti vitti e nenti saccio.


Si alzò e andò all'uscita seguito da Cammelo... A quel punto il mio avvocato, Principe del foro Stive prese la parola.


Mi permetta Presidente, io per fare opposizione, ho portato in questa sala, anche un nostro testimone.


Entrò quindi il buon Curato seguito dalla Perpetua che per l'occasione indossava minitoga nera con cordoni in oro a copertura delle tette, soliti autoreggenti neri e tacco da 12.


Stive gli chiese: Ci vuol dire il Buon Curato se sto fatto è peccato?


Il Sant'uomo sorrise e disse: Come già stato appurato e dal clero ormai approvato, se accade quell'evento di casual batatacchiamento contro platano appoggiato, non può essere peccato.


Si alzò avviandosi all'uscita seguito dalla perpetua che al suo passaggio ancheggiante, rese miopi parecchi cavalieri...


A quel punto, la Regina prese la parola e riassunse tutta la causa... Disse:


Concludiamo quest'affare così poi si va a mangiare.


Ricordiamo allora i fatti...lo sostiene la difesa... Inciampata in quel rametto, cadde quindi appecorata, a quel platano appoggiata.


Lui. Seguendola da presso, si trovò, infame fato col batacchio a lei appoggiato e sostiene, che si mise a mangiar more, la pulzella, nel frattempo, rinculò per ben due ore.


Ma ribatte poi l'accusa: Quando cadde appecorata, e la cosa è misurata, a due palmi dal terreno, si trovava la patata... per poterla batacchiare si è dovuto inginocchiare. La pulzella appecorata, per potersi liberare non potè che rinculare.. se il nostro Cavaliere, non voleva batacchiare … lui poteva anche arretrare..


Difesa. Quel rametto in cui è inciampata, a seguire a breve tempo, anche a lui ha trapettato e così che si è trovato lì di colpo inginocchiato... col batacchio a lei appoggiato e parecchio tramortito... La pulzella appecorata, se voleasi liberare, dritta e manca dovea fare, ella invece è rinculata sol per esser batacchiata.


Noi chiudiamo qui l'udienza … si riunisca la giuria per poter dare sentenza.


A questo punto la giuria siete tutti voi, decidete una volta per tutte se fu un mio batacchiamento volontario... un autobatacchiamento della pulzella... un concorso di colpa o come dice il Buon Curato, non è peccato, quindi il fatto non sussiste.

Grazie a tutti per l'attenzione.


Passarono 15 giorni e la giuria non raggiunse un accordo, a quel punto la Regina prese la parola..


Non trovando alcun accordo, con moltissima pazienza, parlo io e do sentenza...


Come disse il Buon Curato, che l'amore appecorato, ad un platano appoggiato, non può essere peccato...


Non potendo noi appurare, se quell'atto batacchiato fu di spinta o rinculato...


Io assolvo il Gattopardo, che si sappia in ogni dove, per mancanza delle prove.


L'imperatore Carlo balzò in piedi …. Non accetto sto verdetto...

pagherò per indagare, che altre prove del misfatto poi si possano trovare...


Uscì dall'aula lanciandomi occhiatacce minacciose.....