Prologo
Fulgor banchettava nella modesta sala da pranzo del castello che aveva fatto erigere per dominare le lande di Israele, la florida capitale del piccolo regno di cui era a capo. Le ossa spolpate di creature ormai più non riconoscibili decoravano il pavimento, dove lupi ammaestrati si contendevano i tendini e le cartillagini.
- Un paio di rovine guidate da sovrani mostruosi si sono fatte troppo aggressive, nell'ultimo periodo. - Asserì Gordrak il demone ingordo, mentre avidamente divorava la coscia di un pollo, ungendosi senza ritegno.
-Forse dovrei provare uno smalto viola - Commentò Moki, la bella elfa chiara, suscitando l'immediato interesse di Rivierar, la quale apprezzava invece con decisione il colore rosa adottato dall'elfa.
Mentre si conversava del più e del meno, un giovane paggio si avvicinò al sire, annunciando l'arrivo di un messo.
-Che entri, che entri - affermò l'elfo scuro con cenno svogliato della destra.
Il messaggero recava con sè una pergamena informativa di guerra, che porse al sovrano.
-Un'altra rovina aggressiva? - domandò sottovoce Fulgor pulendosi le dita su un tovagliolo, per poi spezzare il sigillo.
-A quanto pare, Arcanum ha scoperto un'archirovina, la sede ove le orde di mostri radunano il loro tesoro più grande - disse sorpreso. - E si trova dall'altra parte del mondo, in mezzo ad avversari temibili... - ponderò - Dunque, partiamo tutti, subito! - decise battendo le mani.
La marcia
Le truppe mercenarie di Gordrak affrontarono il lungo viaggio a piedi, mentre i maghi di Fulgor aprirono un varco tra le dimensioni che accorciò di molto il passaggio dell'esercito. I maghi di Controvento rafforzarono gli eserciti, ed Arcanum approntò l'accampamento che avrebbe ospitato il contingente dei quattro regnanti. Fu così che al colorir del sole, quando ancora le stelle ed il silenzio dominavano il terso cielo autunnale, il rumore di centinaia di migliaia di uomini d'arme risvegliò ogni sorta di abominio in vita dietro le poderose mura in rovina di un ancestrale castello. Infinite fiamme ardevano nella schiera sterminata che andava incontro a morte certa, e chi si fosse trovato tra i mostri avrebbe inteso un'agitazione mai provata prima da quelle entità fiere e primitive.
La battaglia
A migliaia i mercenari di Gordrak e Fulgor vennero massacrati, assieme al manipolo di mercenari di Arcanum: ma fu grazie al loro sacrificio che le truppe guidate dal borgomastro di Arcanum e dalla temibile Iside, la negromante alla guida dell'esercito di Fulgor, sgominarono l'ultima resistenza che proteggeva il tesoro. La battaglia era vinta, un grande colpo era stato inflitto alle forze di quel popolo che in antichità aveva dominato il mondo, e gli elfi chiari e gli elfi scuri assieme banchettarono come corvi sui cadaveri dei mostri e dei mercenari, deprendando tutto il depredabile, ma soprattutto colmando forzieri della magica gemma che se annusata provocava febbrili allucinazioni fonte di tanta gioia per tutti i maghi dell'impero che soffrivano di una forte dipendenza da magia.
Celebrazione
Forte il tuono, impetuosa la folgore
Chi ancor non conosce il suo valore?
Veloce il lampo, maestosa la tempesta
Chi al mondo non ode il suo fragore?
Nera come la notte, tremenda
giunge l'armata del Chaos
bianca come la luna, sublime
avanza l'armata del Chaos
rossa come la porpora, impetuosa
combatte l'armata del Chaos
Ogni e nessun colore,
tutte e nessuna passione.
Ogni mostro per sempre ricorderà
che il Chaos non è un pranzo di gala.

Ringrazio tutti i compagni di clan che hanno supportato e fatto il tifo durante quest'impresa raggiunta tramite l'unione di molti piccoli giocatori collaborativi.
Fulgor